Lukomir, Bosnia-Erzegovina. Il fascino di un’Europa lontana nel tempo .

Ho visitato la Bosnia-Erzegovina per la prima volta nell’estate del 2015. Guidando un gruppo di fotografi in quello che si definisce, in gergo, un workshop “sperimentale”. In cui, cioè, le mete sono per la prima volta visitate anche da chi lo organizza. Siamo partiti dalla Croazia sui fuoristrada del tour operator Camelus Adventures, guidati dal titolare, l’espertissimo Franz Meriani Merlo e dall’amico pilota Angelo Ferri. Mediatore culturale d’eccezione, Antonela Gardos, direttrice tecnica di Camelus Adventures, nonché moglie di Franz e istriana doc, che c’è stata utilissima per riuscire a comunicare con le persone che abbiamo incontrato. Rendendo così possibili molte delle interessanti foto che a quelle persone abbiamo scattato.

Un viaggio affascinante, che ha attraversato per lungo la Bosnia-Erzegovina da nord a sud. Abbiamo scoperto un paese di straordinaria bellezza e in gran parte disabitato. In cui si può guidare per ore attraversando solo boschi e montagne selvagge, dove vivono ancora moltissimi lupi e orsi, senza tracce di insediamenti umani. Un paese che, spesso, mostra ancora i dolorosi segni lasciati dalla terribile guerra civile che l’ha devastato all’inizio degli anni ’90. Ma in cui le persone sono aperte e accoglienti, e ti stupiscono sempre per la loro gentilezza e disponibilità.

Il viaggio ha toccato alcune città importanti della Bosnia-Erzegovina, come quella fortificata di Jajce, costruita sopra imponenti e spettacolari cascate. Importanti perché è qui che, nel 1945, si formò politicamente la Federazione Socialista delle Repubbliche Yugoslave. O Mostar, con l’antico centro storico e il celebre ponte romano distrutto durante la guerra, e successivamente ricostruito. Da Sarajevo, di cui, prima o poi, sicuramente vi riparlerò, in una splendida mattina di giugno, siamo partiti per raggiungere Lukomir, un microsc犀利士
opico villaggio si raggiunge in circa due ore e mezzo di viaggio dalla capitale, in buona parte su strade sterrate.

Lukomir è considerato il centro abitato situato a maggiore altitudine e più isolato dell’intera Bosnia-Erzegovina. Arrivarci, attraversando un bellissimo altopiano fra le montagne, è stato come entrare in una bolla spazio-temporale, che ha catapultato le nostre Land Rover in un’Europa arcaica e lontana nel tempo. Le case costruite in pietra e legno, ma con i più “moderni” tetti in lamiera, affacciate su di un grande canyon di impressionante bellezza, i recinti per gli animali, i vestiti tradizionali portati nella vita di tutti i giorni dai suoi ormai pochi abitanti, sono retaggi di un tempo ormai scomparso. Seppellito dalla “modernità” a cui, in qualche modo, Lukomir, ancora sopravvive. Gestendo a fatica un turismo minimale che vive di pasti frugali, ma ottimi, preparati nell’unico locale “comune” di questo sperduto angolo di Balcani. E di un artigianato che produce, su piccolissima scala, ruvidi ma caldi e colorati calzettoni di lana fatti a mano dalle donne quando non sono in giro a pascolare i produttori della lana stessa… O essenziali mestoli intagliati nel legno.

Sono tornato a Lukomir ad agosto dell’anno scorso, incappando in qualche giorno di maltempo che ha avvolto la valle nella nebbia e reso i paesaggi più misteriosi. Volevo fare delle foto alle persone che ci vivono, intente nelle loro attività quotidiane. Sono bastati pochi giorni di pioggia e freddo per capire quanto può essere stata dura la vita di queste donne e di questi uomini, dei bambini, quando neve e ghiaccio isolavano totalmente la comunità, anche per settimane, mesi. E per sopravvivere si poteva contare solo sulle proprie forze e risorse. Oggi il telefono li protegge, quantomeno psicologicamente, dalle situazioni più estreme e potenzialmente pericolose, ma gli sguardi di questi veri montanari rimangono quelli di persone che sanno cavarsela benissimo anche da soli. La loro è una dimensione di vita austera, essenziale, ma sicuramente vera che, credo proprio, ci tengano a conservare. Mi auguro ce la possano fare.

Roberto Nistri

Roma, 6 febbraio, 2017

Torneremo in Bosnia-Erzegovina a giugno: leggi il programma del viaggio.

www.robertonistri.com